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ESITO  CONCORSO  PHOTOMAARC  2021 

SECONDA EDIZIONE

1925 - 1945

Architetture del Moderno in Italia: impianti sportivi e colonie elioterapiche

Si è conclusa la seconda edizione del concorso fotografico PHOTOMAARC 2021 bandito dall’Associazione Made in Maarc.

Nella seduta conclusiva di Giuria, avvenuta il giorno 10 settembre 2021, dopo attenta analisi sono stati attribuiti tre premi (come da bando), tre menzioni e quattro segnalazioni:

 

Primo Premio

Lorenzo Gaioni

21.1- Bologna Piscina Comunale dello Stadio, oggi Piscina “Carmen Longo” (1927)

Motivazione della giuria:

La piscina coperta, prima in Italia, parte del Complesso sportivo del Littoriale di Bologna di Giulio Ulisse Arata e dell’ing. Costanzini, è ritratta in una rigorosa e nitida foto della razionale sala vasche, disegnata dalle lineari balconate che rincorrono le corsie. La prospettiva centrale e il punto di vista esaltano l’impianto, la laconica parete di fondo conclude la misurata composizione.

 

Secondo Premio

Martina Mambrin

30.2 - Cesenatico: Colonia Marina Agip (1937-1938), arch. Giuseppe Vaccaro

Motivazione della giuria:

Difficili da catturare nella loro interezza sono quei manufatti architettonici dell’architettura moderna del Novecento che, come quello della Colonia marina Agip di Cesenatico, constano essenzialmente di volumi elementari sviluppati in senso longitudinale. Problematica è anche, in questi casi, la resa del rapporto tra l’edificio maggiore e le ali inferiori su cui il primo s’innesta, senza cedere a scordi e prospettive che sovente non rendono correttamente il carattere di questo genere di architetture. Brillante, e certamente studiata, è dunque la scelta di un’inquadratura parziale che restituisce il senso dell’orizzontalità attraverso delle fasce di diverso carattere cromatico: l’asfalto grigio e verde, la balaustra, l’edificio, il cielo. Un discorso analogo può essere fatto leggendo la fotografia nel senso della profondità. L’asfalto, la balaustra, l’edificio, il mare e il cielo si succedono su piani diversi e paralleli. Gradevoli, definiti e non banali i colori. Intrigante è inoltre l’aver soltanto suggerito che il complesso della colonia si estende oltre i limiti della fotografia: la parte per il tutto. Gli elementi urbani contemporanei come la pista ciclabile, ma anche l’albero, la cui ombra si staglia obliqua sull’asfalto scongiurando qualsiasi rischio di monotonia, entrano agevolmente nella narrazione e si relazionano all’edificio che non viene in questo modo descritto come monumento isolato. 

 

Terzo Premio

Carlotta Di Sandro 

289.1 - Calambrone: Colonia marina "Rosa Maltoni" oggi Holiday Resort "Regina del mare" (1933), arch. Angiolo Mazzoni

Motivazione della giuria:

Le qualità che caratterizzano questa fotografia non derivano dall'applicazione delle regole della fotografia di architettura, ma piuttosto da quelle della messa in scena.

La dimensione utopica di questa architettura è poi rivelata dall'astrazione geometrica, dall'importanza nell'inquadratura del cielo, e dalla dimensione del personaggio, che, come in una mitologia greca, sembra arrampicarsi su un verme. Tutto ciò contribuisce a dare a questa immagine una certa estetica, ma soprattutto un significato profondo.

 

Menzione

Matteo Cirenei

149 - Milano: Stadio "Giuseppe Meazza o Stadio San Siro (1926)

Motivazione della giuria:

Fasce astratte curvilinee si sviluppano nella metà destra della composizione, dal forte chiaroscuro, mentre lo sfondo compendia le linee verticali, orizzontali e inclinate di Ferruccio Calzolari e Armando Ronca. Lo scatto è interpretazione assoluta delle stratificazioni geometriche e temporali della costruzione e urgente testimonianza, nell’imminenza della discutibile demolizione.

Menzione

Andrea Taiana

123.1 - Como Stadio " Giuseppe Sinigaglia"  Casa del Balilla e Piscina Coperta (1925-1934), ing. Giovanni Greppi, ing. Paolo Mezzanotte, ing. Vittorio Mezzanotte, ing. Gianni Mantero, ing.Angelo Croppi

Motivazione della giuria:

In questa foto c'è un intruso, ed è il suo bello. L'edificio che s'insinua nell'immagine attraverso la vetrata appartiene a un altro tempo e rivela un altro stile rispetto a quelli della piscina Sinigaglia. Però si tratta di un tempo e di uno stile capaci di generare sintonia con il passato, e forse persino di dargli continuità. Nella foto c'è un intruso, ma è così ben introdotto da risultare il benvenuto.

 

 

Menzione

Claudio Zanirato

21.1 Bologna Piscina Comunale dello Stadio oggi Piscina "Carmen Longo" (1927)

Motivazione della giuria:

Claudio Zarinato ha saputo cogliere in questo scatto due aspetti : da un lato, la stretta connessione che doveva legare sin dall'origine le due strutture sportive, cioè l'edificio della piscina – la prima coperta in Italia –, a sinistra, e lo Stadio, poi dedicato a Renato Dall'Ara, presidente del Bologna Football Club sino agli anni Sessanta, a destra; e dall'altro, il nuovo contrasto tra il fronte della piscina in rosso mattone bolognese e le strutture metalliche dipinte di celeste che hanno avviluppato l'originario perimetro edilizio in cotto dello stadio con la sua profonda ristrutturazione e ampliamento in occasione dei Mondiali del 1990.

Il particolare angolo di ripresa – frontale su poco più della metà del fronte della piscina, e prospettica su una piccola porzione dei ballatoi metallici dello stadio ristrutturato – sembra voler accentuare, nella parte inferiore dell'immagine, il distanziamento tra le due costruzioni, che in tal modo conservano la rispettiva individualità, mentre in quella superiore, la loro apparente complanarità, quasi fossero un incongruo tutt'uno, al tempo stesso, inquietante e stimolante.

Segnalazione

Renato De Santis

14.1 - Napoli Piscina Olimpionica Mostra d'Oltremare, oggi Piscina "Dennerlein" (1939-1940), arch. Carlo Cocchi

Motivazione della giuria:

Immagine articolata - quasi un gioco - risultato di un inconsueto dialogo esterno/interno e verticale/orizzontale. La capacità di mostrare attraverso la trasparenza delle vetrate anche la vasca è rafforzata dall’utilizzo dei contrasti bianco e nero.

L’inquadratura non esclude la vegetazione, che, anzi, diventa funzionale per incorniciare il blocco dell’ingresso di una delle più importanti piscine di impronta razionalista realizzate nel ventennio.

 

Segnalazione

Claudio Fornaciari

82.3 - Roma Casa delle Armi della Scherma (1933-1936), arch. Luigi Moretti

Motivazione della giuria:

Pur non rivelandosi una vista inedita del fronte rivolto ad est della Casa delle Armi, dall’immagine si coglie un perfetto equilibrio tra l’edificato in marmo bianco di Carrara e il verde circostante: uno sfondo naturale che incrementa la potenza del progetto.

La presenza umana rafforza la monumentali dell’edificio, ragionevolmente annoverato tra lue eccellenze del razionalismo italiano.

 

Segnalazione

Giampiero Germino

82.4 - Casa della armi della Scherma (1933-1936), arch Luigi Moretti

Motivazione della giuria:

L’elegante compostezza dei volumi puri di quest’edificio è esaltata dai tagli orizzontali che si stagliano sulle bianche superfici dell’involucro, mentre, all’interno, lo sfalsamento di quota delle volte zoppe tradisce un desiderio di drammaticità. La lunga asola che ne deriva crea, di giorno, potenti effetti di luce. La fotografia proposta ricorda un cliché, di autore anonimo, conservato nel fondo Luigi Moretti all’Archivio Centrale dello Stato di Roma. L’autore ha tuttavia saputo modificare leggermente l’angolazione e rinunciare a una visione d’insieme estesa al fine di esaltare la potenza espressiva dei fasci di luce e la sensazione d’incompiutezza che la volta zoppa può suscitare. È probabilmente un’iperbole, tuttavia, questa fotografia offre all’osservatore un’inedita esperienza visiva che accentua alcuni aspetti spaziali dell’opera piuttosto che altri: il coraggio della scelta.

 

Segnalazione

Fabio Gubellini

283 - Marina di Massa: Colonia Marina Parmense "Vittorio Emanuele III" oggi Istituto Professionale Alberghiero "G. Minuto" (1926)

Motivazione della giuria:

Un’immagine potente, rigorosa -anche per il contrasto del bianco e nero che ne evidenzia i volumi, l’altezza, la solitudine del soggetto nel paesaggio di Marina di Massa. Gubellini riesce a cogliere l’ambizione e la forza dell’edificio rendendolo attraente. Nella foto una storia d’architettura incontra un cambiamento sociale ,radicale del nostro Paese: il diritto alla vacanza per milioni di bambini dagli anni Trenta ai Settanta. Aver scelto di documentare una costruzione ben conservata pone la domanda su come guardare, mantenere, utilizzare le tante colonie estive abbandonate diffuse lungo la penisola.

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