ESITO CONCORSO PHOTOMAARC 2024
QUARTA EDIZIONE
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1920>1950 LUOGHI FDELLA MEMORIA:
monumenti commemorativi, sacrari, ossari e parchi della Rimembranza
PRIMO PREMIO
fotografo: Jacopo Rimedio (Grottaferrata - RM)
Roma - Mausoleo delle Fosse Ardeatine (1946-1949)
arch Nello Aprile, arch Cino Calcaprina, arch Aldo Cardelli, arch Mario Fiorentino, arch Giuseppe Perugini, arch Mirko Basadella, scultore Francesco Coccia
La lastra sospesa, pietra artificiale in calcestruzzo con granuli di ceppo lombardo, è ripresa con abilità da Jacopo Rimedio di leggero scorcio, facendo appena convergere le linee verso il gruppo scultoreo in travertino di Francesco Coccia, elemento verticale che contrasta l’orizzontalità del sepolcro. L’asola, tra la dolce pendice e il fronte della pietra tombale, e quest’ultima, dividono gran parte dell’immagine in tre parti: la natura delle chiome e del prato è interrotta dall’artificio astratto, nuovo orizzonte oltre che memoria, per ricongiungersi frammentariamente nel camminamento che si insinua tra sepolture e basamento tufaceo della scultura. L’asola, proiettata sul lato sinistro dell’immagine, lo divide in sezione aurea. Lo spigolo sinistro della lastra prova a scomporre orizzontalmente l’immagine in due parti in rapporto d’ottava.
SECONDO PREMIO
fotografo: Federico Rinoldi (Udine)
Medea (GO): Ara Pacis Mundi (1950-1951)
arch Mario Bacciocchi
Questa immagine dell’Ara Pacis Mundi, dedicata alla donna straziata dai due dolori: l’offesa del maschio sposato e l’amore dei figli nel cui mito intitolato a Medea, Mario Bacciocchi, l’autore dell’opera, ha segnato la violenza sui sentimenti della guerra tutta al maschile. L’immagine è stata scelta all’unanimità per la chiarezza “classica” della composizione inserita in un paesaggio essenziale . Il quadrato spaccato in due con misurata precisione indica il cuore lacerato. Come quello cui allude. Il cuore delle madri cui si annuncia la morte del figlio al fronte, colpa di un atto voluto dai “padri”. L’esatta frontalità esalta poi la luce, tagliata dall’ombra nera, gravida di significati nefasti che tutti coinvolgono nell’abisso senza speranza.
TERZO PREMIO
fotografo: Massimo Facco (Bressanvido -VI)
Monte Grappa, Pieve del Grappa (TV): Sacriario Militare (1932-1935)
arch Giovanni Greppi
Un paesaggio apparentemente “irreale” in un giorno di vento che sparpaglia le nuvole in grossi fiocchi bianchi schiacciati a terra. Non conta l’opera umana, se non perché ricorda che uno sguardo gettato dalla cima della scala , nel “guardar giù” contempla i colli a perdita d’occhio e le nuvole incorporate dal suolo. A sua volta incatenata dai blocchi di pietra, a sagrato, la superficie della terra ha obbligato il cammino in salita alle sue giravolte. Una volta in alto, però, l’ultimo ruotar del capo porta l’occhio a spaziare leggero nell’aria dalle bianche macchie d’acqua sospesa, umida attrice e “personaggio” vago attirato dall’arida terra. Brullo il suolo. Senz’albero alcuno. Pure, l’aria freme ovunque spingendo nubi. Fa spazio tra loro. Drammatico sereno. Offerto agli occhi spenti, dietro e sotto quelli che vivono il culto primario dei vivi tributato a coloro la cui vita fu violata dalla guerra.
MENZIONE
fotografo: Claudio Fornaciari (Modena)
Fogliano Redipuglia (GO): Sacrario Militare di Redipuglia (1938)
arch Giovanni Greppi, scultore Giannino Castiglioni
L'immagine rappresenta un sacrario funebre, animato da una cerimonia che genera un dialogo fra la presenza delle persone e la scritta "presente".
La composizione delle linee e l'uso dei colori creano un'immagine ben composta e bilanciata.
MENZIONE
fotografo: Gabriele Gentile (Parma)
Fogliano Redipuglia (GO): Sacrario Militare di Redipuglia (1938)
arch Giovanni Greppi, scultore Giannino Castiglioni
La solenne grandiosità del sacrario, il più importante in Italia dedicato alle vittime della Prima Guerra Mondiale che l’ Autore ha voluto documentare da un punto di vista centrale, è spezzata e pertanto resa viva da una figura in corsa colta nel punto mediano, messa in evidenza dallo sfondato scuro alla fine della grande scalinata.
L’inclusione della vegetazione perimetrale nell’inquadratura contribuisce a equilibrare la grande massa dell’opera, la cui perfezione risulta esaltata dalla visione prospettica.
MENZIONE
fotografo: Federico Rinoldi (Udine)
Medea (GO): Ara Pacis Mundi (1950-1951)
arch Mario Bacciocchi
L’Autore Federico Rinoldi ci accompagna alla scoperta dell’Ara Pacis Mundi a Medea e ci conduce all’interno della corte, dove, circondato da un imponente recinto, si trova il cuore dell’edificio, l'Ara vera e propria, in porfido della Val Camonica, di forma quadrata per una lunghezza di tre metri e un'altezza di cinque. Il rigore di questa immagine, lo scorcio prospettico e il sapiente utilizzo della luce esaltano la
tridimensionalità dell’immagine e contribuiscono a rafforzare la componente estetica e geometrica dello scatto.
MENZIONE
fotografo: Claudio Zanirato (Bologna)
Bologna: Monumento ai Martiri della Rivoluzione Fascista o Sepolcreto Fascista (1932)
arch Giulio Ulisse Arata
Elementi disturbanti e “fuori luogo” sembrano esorcizzare e quasi sbeffeggiare la solennità di un sito dedicato alla memoria e fortemente voluto dal regime.
Molto calibrata la composizione dell’immagine generata da un’interessante inquadratura, con pesi cromatici ben distribuiti: l’imponente e austera scultura in primo piano e la cupola retrostante sono bilanciate e alleggerite dal ritmo dei palloncini rossi e bianchi e dai chiaro-scuri del porticato e della vegetazione.
SEGNALAZIONE
fotografo: Davide Bordogna (Como)
Como: Monumento ai Caduti (1930-1933)
arch Giuseppe Terragni, ing Attilio Terragni
Il profilo del monumento diventa nello scatto di Davide Bordogna linea-forza, che staglia sul cielo un contorno, commento alla finitio albertiana nell’illusoria unione tra le masse di quell’architettura che a sua volta ha unito e diviso Futurismo e Razionalismo: schizzo di Sant’Elisa, disegno di Prampolini, progetto di Giuseppe Terragni e direzione lavori del fratello Attilio. Lo spigolo tra pilone e contrafforte, rivestiti di bianco calcare del Carso, è preso quasi in verticale, staccandosi a precisa mezzaria del lato inferiore dell’immagine. Un’impercettibile inclinazione che si perde nell’azzurro è forse causata dal dinamismo della linea-forza, così anche evitando un’immagine bipartita simmetricamente ed ottenendo una foto che con sapienza riflette ad un tempo la dualità e l’unità dell’opera.
SEGNALAZIONE
fotografo: Massimo Facco (Bressanvido)
Monte Grappa, Pieve del Grappa (TV): Sacriario Militare (1932-1935)
arch Giovanni Greppi
I due lati dell'immagine risultano speculari e questo aspetto genera armonia, sottolineata anche dalla piccola presenza al centro.
L'atmosfera nebbiosa e i toni del bianco e nero controbuiscono a creare un'atmosfera di forte suggestione.
SEGNALAZIONE
fotografo: Claudio Fornaciari (Modena)
Medea (GO): Ara Pacis Mundi (1950-1951)
arch Mario Bacciocchi
La segnalazione proposta per questa immagine dell’Ara Pacis Mundi, vuole ribadire la capacità dell’autore che l’ha ripresa, nel valorizzare la figure e forme del “tempio”, qui pienamente individuato dal colonnato ripreso nella sua piatta frontalità. Qualifica in tal modo figurativamente il contrasto luce/buio secondo il canone , “cubista”, frontale appunto, ribadito dai terminali spessi che incorniciano lateralmente la serie delle colonne. D’altra parte, il loro numero, il 12, propone una frequenza ritmica anticlassica. Ridondante persino. Rafforzata dall’inversione tra lato e fronte. La sprezzatura, caratteristica della modernità italiana, manifesta qui, i suoi effetti: nell’estrema riduzione al classico, la trasgressione moderna.
SEGNALAZIONE
fotografo: Francesca Viganò (Carbonate - CO)
Fogliano Redipuglia (GO): Sacrario Militare di Redipuglia (1938)
arch Giovanni Greppi, scultore Giannino Castiglioni
L’immagine raffigura il Sacrario Militare di Redipuglia, importante cimitero-ossario monumentale, ubicato nel comune di Fogliano Redipuglia, nei pressi di un’altura, luogo di cruente battaglie durante la Grande Guerra. Il complesso fu costruito su progetto dell’architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino
Castiglioni. L’Autrice Francesca Viganò ci restituisce un’immagine dal forte impatto emotivo e indirizza il suo sguardo alle gradonate ascensionali e alle tre croci, con garbata ossessione, enfatizzando un luogo dalla pronunciata simbologia che esalta l’imponente valenza commemorativa dell’opera.